
Nero Capibara, il famoso detective con il pelo folto e gli occhi intelligenti, era seduto nel suo ufficio, una stanza disordinata con scaffali pieni di libri e una scrivania ingombra di documenti. Il telefono squillò, interrompendo i suoi pensieri.
“Nero Capibara, detective privato,” rispose con la sua voce profonda.
“Signor Capibara, ho bisogno del suo aiuto,” disse una voce tremante dall’altra parte della linea. “Mio marito è scomparso su un treno.”
“Mi dia i dettagli,” disse Nero, prendendo appunti.
La donna spiegò che suo marito, un ricco uomo d’affari di nome Arthur, era salito a bordo del treno notturno per Parigi la sera prima. Quando il treno arrivò a destinazione, Arthur non era a bordo. Nessuno lo aveva visto scendere.
Nero Capibara accettò il caso. Era intrigato dalla natura misteriosa della scomparsa. Un uomo che svanisce da un treno in movimento? Sembrava un caso degno della sua attenzione.
Il giorno dopo, Nero si recò alla stazione ferroviaria e parlò con il capotreno. Il capotreno ricordava Arthur. Era un uomo distinto, vestito in modo elegante. Il capotreno aveva controllato il suo biglietto e lo aveva visto salire a bordo.
Nero chiese se ci fossero stati altri passeggeri nella carrozza di Arthur. Il capotreno rispose di sì, ma non ricordava i loro nomi. Nero chiese di poter vedere il registro dei passeggeri, ma il capotreno gli disse che non era disponibile.

Nero Capibara sapeva che c’era qualcosa che non andava. Il capotreno stava nascondendo qualcosa.
Nero decise di salire a bordo del treno notturno per Parigi quella sera stessa. Voleva vedere di persona cosa fosse successo.
Salì a bordo e trovò la carrozza di Arthur. Era vuota. Si sedette al posto di Arthur e chiuse gli occhi, cercando di immaginare cosa fosse successo la notte della scomparsa.
Improvvisamente, sentì un rumore. Aprì gli occhi e vide una figura spettrale attraverso il corridoio. La figura era trasparente e sembrava fluttuare. Nero Capibara si alzò e seguì la figura.
La figura lo condusse in una carrozza abbandonata in fondo al treno. Nero aprì la porta e vide Arthur seduto su una panchina. Era vivo, ma sembrava spaventato.
“Arthur, cosa ci fai qui?” chiese Nero.
“Sono stato rapito,” rispose Arthur. “Da un fantasma.”
Nero Capibara era scettico. Non credeva ai fantasmi. Ma Arthur sembrava sincero.
“Raccontami tutto,” disse Nero.
Arthur spiegò che era stato avvicinato da un uomo misterioso sul treno. L’uomo gli aveva offerto un drink. Arthur aveva accettato e poi si era addormentato. Quando si era svegliato, si era trovato nella carrozza abbandonata.
Nero Capibara capì che Arthur era stato narcotizzato e derubato. Il “fantasma” era in realtà un criminale in carne ed ossa.
Nero e Arthur tornarono nella carrozza principale e Nero chiamò la polizia. Il criminale fu arrestato e Arthur fu salvo.
Nero Capibara aveva risolto un altro caso. E aveva anche scoperto che i fantasmi non esistono.