Nelle profondità della giungla amazzonica, viveva Nero, un capibara non come gli altri. Mentre i suoi simili passavano le giornate a masticare erba e a fare il bagno nel fiume, Nero era appassionato di misteri. Aveva un occhio acuto per i dettagli e una mente analitica che lo rendevano un detective naturale: Nero il capibara detective.
Un giorno, un’ondata di panico si diffuse tra gli animali della giungla. La scorta di crocchette per cani, il cibo preferito di tutti, era misteriosamente scomparsa! Le crocchette erano state ammucchiate in una gigantesca piramide proprio al centro della piazza principale, ma al mattino erano sparite senza lasciare traccia.
Gli animali erano disperati. Chi avrebbe potuto compiere un gesto così crudele? Nero, sentendo l’urgenza della situazione, decise di indagare. Con la sua lente d’ingrandimento legata al collo e una mappa della giungla in mano, iniziò a interrogare i sospetti.
Il primo a finire sotto la lente d’ingrandimento fu il tucano, noto per la sua voracità. Ma il tucano aveva un alibi solido: stava dormendo nel suo nido durante il furto. Poi fu il turno del serpente, ma anche lui aveva un alibi inattaccabile: stava digerendo una grossa rana.
Nero non si arrese. Continuò a investigare fino a quando non scoprì un indizio cruciale: delle piccole impronte a forma di V vicino alla piramide. Seguendo le tracce, arrivò fino alla tana di un gruppo di formiche. Le formiche, con la loro forza incredibile, avevano organizzato un’operazione segreta per trasportare le crocchette una per una, scavando un tunnel sotterraneo.
Quando le formiche capirono di essere state scoperte, confessarono tutto. Avevano ammassato le crocchette nella loro tana per l’inverno, ma non avevano considerato le conseguenze che avrebbero avuto sulla comunità.
Nero il capibara detective, con la sua saggezza, riuscì a convincere le formiche a restituire le crocchette. Gli animali della giungla festeggiarono il ritrovamento del loro cibo preferito e da quel giorno, Nero divenne un eroe. E così, il capibara detective dimostrò ancora una volta che anche i più piccoli possono fare grandi cose.